Arturo Gander, omaggio dal cuore

L'importanza di un avvenimento è in funzione di quanto esso offre ed esprime. Il «GANDER», nell'alternanza tra Ticino e Romandia, vede l'accrescersi della sua notorietà nella conferma costante della sua validità. Tra il 1984 e il 2018 (prima e 18a edizione chiassese!), la gara si è aggiudicata il diritto e il vanto di marcare il giubileo della 35a organizzazione; a concludere 35 anni di fedeltà alle promesse di un «top-level» simbolo di grande qualità. Giunto il momento della commemorazione, non si può sfuggire al ripensamento della motivazione iniziale: rendere omaggio al «nostro» Maestro di ginnastica. Alla base del primo tentativo, da questo in su il motivo si è rivelato tanto buono da garantire una diuturna e fortunata serie. Senza volutamente rimembrare i singoli gioielli del ventisettesimo palinsesto, è giusto che intenso pensiero e profonda ricordanza vadano all'UOMO il cui carisma, nel 1984, a tre anni dalla sua dipartita, seppe comunque far nascere l'idea e brillare la scintilla del rimembrare e quindi del «Memorial» a Lui dedicato.

ARTURO GANDER è senza contestazione uno dei pochi, se non dei pochissimi, ad aver spaziato sulla totalità della «ars gymnastica» del suo tempo, con azioni in parte anche avveniristiche per il movimento. E' giocoforza restringersi a poche citazioni. Dalla natale bernese Brienz parte dapprima verso la vallesana Chippis; preceduto dalla fama di competentissimo istruttore (in patria e all'estero), a Chiasso giunge – chiaroveggenti, lungimiranti e anche «fortunati» i locali dirigenti ginnici e politici d'allora! - alla fine degli anni trenta del secolo scorso, per divenire quaggiù maestro di ginnastica nelle Scuole e monitore della SFG. Di tutt'altra formazione professionale, aveva acquisito le competenze pedagogiche e tecniche a tanto compito grazie alle sue ineguagliabili doti autodidattiche. Lavoratore indefesso, su queste si appoggia durante tutta la sua carriera, che lo porta, al termine, alla più alta carica ginnica mondiale. Impara l'italiano in un battibaleno; è a suo agio in tutte le attività ginniche, individuali e collettive; insegna a tutti i gradi scolastici e societari, producendo ogni anno indimenticabili saggi a testimonianza dei livelli raggiunti; forma in avanguardistici corsi i suoi vice-monitori/trici; non lesina il suo apporto a livello cantonale e federale, ed è longevo competitore individuale (chi ancora ricorda la Festa cantonale del 1946, sullo storicissimo Campo di Via Comacini?). Porta la SFG Chiasso a meravigliose vittorie sezionali in feste cantonali, federali, straniere, mentre, già tra i tecnici della Nazionale ai GO di Londra 1948 (argento), ottiene quale capo-squadra della stessa l'oro a Basilea (CM 1950), l'argento a Helsinki (GO 1952) e il bronzo a Roma (CM 1954): nostalgiche cose d'altri tempi! E, di tanto in tanto, come se non bastasse, fa anche il preparatore fisico del FC Chiasso! Si entusiasma, fra i primi da noi, per l'allora Ginnastica ritmica sportiva e, soprattutto, si rende conto che qualsivoglia ginnastica, per evolvere, non si può limitare solo a muscoli, attrezzi e competizioni; si dedica così all'approfondimento dei problemi tecnici (è tra gli autori delle prime schede della SFG), fa lavoro pionieristico nella terminologia, nella normalizzazione degli attrezzi, nella codificazione delle regole, nella formazione di allenatori, istruttori, giudici di gara … Le sue competenze «elvetiche», lo fanno diventare dapprima apprezzato membro e poi presidente del consesso tecnico della F.I.G.; per ricoprirne infine, dal 1966, la carica di presidente federativo; dal 1976 e fino alla morte, nel 1981, ne è presidente onorario.

 

Nel suo peregrinare attraverso il mondo, GANDER avvicina sì in ogni campo personaggi di alta caratura, ma conserva sempre la sua modestia; adora la sua Chiasso, dove è diventato ticinese fino all'osso e ha trovato, come non altrove, il microcosmo a Lui più congenito per andare tanto lontano (pedana di stacco la vecchia Palestra di Via Vela)! Questi brevi, essenziali appunti per la manifestazione dedicata al «nostro» Maestro di ginnastica servano, con affetto e riconoscenza, a conservarne oltre la MEMORIA.

Clemente Gilardi

Chicco d'oro
laRegione